Recentemente l’Università del Surrey ha condotto un sondaggio per capire cosa significhi – per le piccole medie imprese (PMI) del Regno Unito – intraprendere una strategia del linguaggio e per analizzare l’influenza che un utilizzo esclusivo della lingua inglese – piuttosto che l’idioma locale – esercita nel successo di trattative commerciali in mercati non anglofoni. I risultati hanno mostrato che, in proporzione, le imprese dotate di una strategia del linguaggio ben definita sono riuscite ad esportare il 44% in più rispetto a quelle prive di una tale strategia.
L’ attuale crisi finanziaria ha portato molte società a considerare il potenziale offerto dal mercato globale, per poter aumentare le vendite, e l’apertura ai mercati esteri porta come conseguenza intrinseca un incremento dell’importanza strategica assunta dalla comunicazione in lingue straniere. A tal proposito, L’UKTI (UK Trade and Investment) ha affermato che la conoscenza delle lingue straniere è una delle caratteristiche più importanti che un esportatore di successo deve possedere.
Il caso del Regno Unito è emblematico: nonostante l’inglese sia considerato ormai da anni la chiave di volta per la comunicazione internazionale, questo assioma comincia a scricchiolare e a mostrare delle debolezze. In un mercato libero sempre più globalizzato, farsi semplicemente “capire” dall’interlocutore non basta più. Servono nuovi approcci che tengano in considerazione la realtà con cui ci si deve confrontare, o con cui si vuole “fare business”.
Cosa devono tenere in considerazione le PMI, dunque, per definire la loro strategia del linguaggio?

Una delle tecniche più classiche per “internazionalizzarsi” è certamente quella di far tradurre il proprio sito web aziendale. La traduzione di un sito Internet è un’operazione molto complessa durante la quale è necessario effettuare precise considerazioni, a partire da quelle in merito ai mercati locali a cui ci si rivolge. Oggigiorno, più della metà degli internauti nel mondo non sono di madrelingua inglese e, pertanto, è ovvio pensare che le ricerche sul web vengano effettuate nel loro idioma natio. In tal senso, il primo passo verso l’espansione all’estero di un’azienda è quello di tradurre i contenuti online nella/e lingua/e target e di adattarli per un pubblico di cultura, usi e costumi differenti. È anche per questa ragione che, sempre più spesso, le aziende decidono di creare siti web indipendenti per ogni Paese straniero in cui operano.
Per fare un esempio: il portoghese è la lingua parlata tanto in Portogallo quanto in Brasile, Mozambico e Angola; tuttavia questi Paesi parlano rispettivamente tre varianti di portoghese e hanno background culturali differenti. Elementi come valuta, cifre, parole, slang dovrebbero essere tutti localizzati per il Paese di riferimento, al fine di ottimizzare le strategie di mercato. Se i clienti sono in grado di leggere il sito di un’azienda che soddisfa le loro aspettative sia linguistiche che culturali, è più facile che essi investano nei suoi prodotti/servizi.

Un altro elemento efficace per superare le barriere linguistiche è quello di assumere degli interpreti. La presenza di un interprete durante incontri di lavoro e trattative commerciali porta con sé numerosi vantaggi. Innanzitutto, gli interpreti sono in grado di aiutare il cliente a comunicare il messaggio in maniera coerente e ad evitare incomprensioni che possono scaturire da una mancata conoscenza della lingua. A seconda delle esigenze è possibile, inoltre, effettuare un interpretariato sia in simultanea che in consecutiva.
In secondo luogo, l’interprete è una persona con una vasta conoscenza degli usi e costumi di entrambe le culture, che può offrire utili consigli su come approcciare gli interlocutori stranieri. Ciò può rivelarsi di enorme utilità quando si tratta di rapporti tra Paesi con culture estremamente differenti – come, ad esempio, Italia e Cina – e può rafforzare la relazione professionale tra le due realtà.

Siti internet in lingua straniera e un interprete esperto come supporto diretto alle vendite aiuteranno a stabilire un buon rapporto di lavoro sia con clienti già acquisiti che con quelli potenziali. Le PMI dovrebbero adattarsi ad un mondo globalizzato e in costante crescita a livello tecnologico, tenendo bene in considerazione la strategia linguistica che meglio fa al caso loro.

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